Quando la montagna era assiduamente frequentata esisteva
un reticolo di sentieri molto sviluppato.
Ora di molti di questi sentieri non restano che esili tracce, se non addirittura scomparsi del tutto.
Vi erano tracciati che arrivavano al limite delle possibilità per l'uomo.
I viaz (percorsi su cengia, talvolta esposti) frequentati da cacciatori nell'inseguire le vie di camosci ed altri ungulati, oppure quelli dei falciatori d'erba che talora si spingevano fin sull'orlo di precipizi.
Così come quelli più agevoli frequentati da boscaioli e carbonai, o quelli di raccoglitori di sassi per produrre calce nelle apposite fornaci. Ma anche quei sentieri esili che servivano per andare in valle partendo dai paesi o quelli che servivano soltanto per raggiungere una casera all'altra per questioni "amorose".
Oggi questo mondo è all' oblio, anche se c'è un crescente interesse di ricerca di questo ambiente ricco di storia e di cultura.
Una ricerca della memoria che ci porta alle nostre origini.
Nella foto un tratto ancora abbastanza integro del percorso che oltrepassava il torrente nel post precedentemente descritto che univa i due sentieri che risalivano l'asta del Caorame intersecandoli nel tratto più agevole.
Vi era qui anche un lavoro di sfruttamento boschivo per la produzione di carbone. ne sono testimoni i resti delle aie.
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