Poco all'interno della Val di Canzoi, subito dopo il piccolo abitato di Le Ave, oltrepassato un ponte sul Caorame in un piccolo spiazzo erboso sorge la chiesetta dedicata a Santa Eurosia, o più popolarmente Santa Rosia.
Anzi il vero titolare della chiesa sarebbe San Giovanni Battista ed a questo santo era dedicata la chiesa fin dalle origini. Origini incerte.
La scelta di questo protettore, la cui ricorrenza cade il 24 giugno va a coincidere approssimativamente con il solstizio d'estate. Ricorrenza che va a richiamare i simboli dell'acqua e del fuoco, che sono purificatori. Ripresa dal mondo pagano e traslata a quello cristiano. L'accensione di fuochi e bagno nella rugiada erano consuetudini di riti secolari. Solo nel XVII secolo subentrerà Sant' Eurosia, anch'essa invocata per tenere lontana tempeste e nello stesso tempo veniva richiesto la sua intercessione per ottenere la pioggia in caso di siccità. Probabilmente introdotta dai padri somaschi quando si stabilirono nel convento di San Vittore, a Feltre. La chiesa venne ristrutturata proprio in quel periodo.
La chiesa sorge a lato di una antica via di comunicazione, sui cui resti si vedono ancora i segni del passaggio dei carriagi, che alcuni studiosi, quali l' Alpago Novello la indicano come la Via Claudia Augusta Altinate.
L'edificio è piccolo. Presenta un semplice fronte triangolare affiancata da una torre campanaria. Al centro è impreziosito da un timpano spezzato che racchiude un vaso con le immagini affrescate a lato di San Vittore e Santa Corona con stemma vescovile del Vescovo di Feltre Antonio Polcenigo.
Alle estremità della facciata due lesine doriche su cui poggiava la copertura prima dell'ampliamento.
Alcuni raffinati dettagli interni danno un tocco di nobiltà. L'altare ligneo è intagliato e dipinto, racchiude una tela del settecento che raffigura la Madonna con il bambino ed i santi.
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