Lavora incessantemente nel tempo per formarsi tutta una serie di canyon, marmitte, scivoli, trovando colori per l'acqua che sa di sublime.
Dopo il piano devia deciso e va a scolpire la roccia in un stretto e intorcigliato meandro.
Le pareti calcaree subiscono un continuo sciacquio, tale da levigare e pulire la roccia da renderla liscia. Piccoli salti si susseguono a marmitte d'evorsione, piccoli catini emisferici formatisi da moti vorticosi dell'acque dai detriti trasportati che incidono la pietra e naturalmente dalla conseguente corrosione carsica soprattutto sui piani suborizzontali.
A seconda della profondità il colore diventa più intenso nelle tonalità del verde.
Si possono osservare soltanto i primi tratti di questo sito, poi la profondità e la ripidità delle bancate non consentono di avvicinarsi.
Non avendo un'osservazione diretta si presuppone che il torrente si incanali in una stretta forra e perda di quota di parecchi metri
Corre stretto tra le pareti precipiti del monte Sviert ed i pendii ripidissimi in successione di rocce e declivi erbosi del Comedon.
Inizia da qui anche la valle di "scarpata", tipica del versante meridionale dei monti del bacino bellunese.
La vegetazione è ancora prevalente a prateria
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