A metà della Valle di Canzoi, sulla sinistra orografica, si trova un terreno prativo quasi pianeggiante, con dolci ondulazioni. Si chiama, nella vulgata popolare, San Stach.
E' conosciuto anche per la presenza di alcuni laghetti.
La chiesa non esiste più da tempo immemore, ma notizie storiche ne attestarono la presenza.
Le notizie ci arrivano ai nostri giorni, dai verbali del 1585 del vescovo di allora della diocesi di Feltre, Jacopo Rovellio. Nel suo "regno", il chierico percorse tutta la diocesi, per sincerarsi, uscito dal concilio di Trento, dello stato d'animo delle anime e prendere visione delle tante chiese che sorgevano nel territorio. Di questa farà scrivere al suo segretario, che non fu visitata perchè minacciava di cadere in rovina e che per raggiungerla il tragitto fosse faticoso e difficile e distante più di tre mila passi da Soranzen e differiva la visita a tempi più opportuni. Riportava inoltre.. che possiede la fabbriceria di San Eustachio alquanto prato circostante alla chiesa con stalla e casera dove Vittor Natale di Culogne tiene dieci pecore in società con detta fabbriceria che ne detiene la proprietà ed a essa dà la metà dell'utile godendo dell'usufrutto del predetto prato con il solo onere di provvedere all'illuminazione della chiesa...
Vi era presente la Società del Santissimo Sacramento, anche se la stessa da alcuni anni non si radunava più.
Nei pressi c'era un piccolo cimitero per gli abitanti della zona.
Sulla caduta in rovina della chiesa nasceranno delle leggende che si tramanderanno ai giorni nostri.
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