giovedì 7 novembre 2013

GOLA

Al termine della forra, il torrente si disegna un ennesimo meandro tra le rocce calcaree per poi inabissarsi nuovamente.
 Il lavorio delle acque forma , come visto in altra occasione più in alto, un tortuoso canyon in cui si formano scivoli e catini dai colori intensi.
Non si riesce a vedere il salto, ma risalendo il sentiero che guada il corso alla forra, si può notare in un vorticoso intaglio, il fondo.
 Qui si scontra con con una bancata di roccia e devia la corsa per poi proseguire entrando ancora fra strette pareti e precipitare nuovamente verso il basso. Questo scorcio si nota bene nel tratto di radura vicino al Cogol entro le egue.
 Attualmente si può notare molto bene in quanto i cespugli che attecchivano nel pendio sono stati spazzati completamente da una slavina di un paio d'anni fa. In questo luogo, tra l'altro si formano sempre accumuli di neve dovute a slavinamenti, fino talvolta ad inizio estate.
L'ambiente ormai si apre, liberandosi dagli stretti ambienti di forra. Il bosco ormai comincia a diventare onnipresente.
 Scendendo il torrente passa su pendio molto ripido. Qui il letto è costituito da accumuli di sassi di varie dimensioni.
 L'acqua tende a scomparire pressocchè in gran parte dell'anno, andando a scorrere sotto la superficie per poi riemergere più a valle, tipico delle zone carsiche. Questo tratto descritto termina dove il sentiero va a passare quasi a fianco.
 Da qui il Caorame scenderà su ambiente roccioso, andando a scolpirle nuovamente con lo scorrere delle acque.