martedì 29 ottobre 2013

FORRA DE L' OSPEDAL

E' uno dei punti più caratteristici del corso del torrente.
 Inoltre si trova sul sentiero che sale in Cimonega. Infatti qui vi è l'attraversamento.
 Si proviene dal vicino riparo roccioso "Cogol antre le egue", un tempo utilizzato dai pastori.
 La quota è intorno ai 1300 msl.
 Da qui si risale entrando nel bosco dove prevale il faggio.
 In una conca vi sono i pochi resti di un'antica casera.
 Il toponimo Ospedal (Ospedale) deriva dal fatto che un tempo era l'azienda ospedaliera feltrina proprietaria di questi luoghi.
 Le pareti rocciose sono qui molto vicine tipiche di una forra.
Il fondo è un insieme di apporto di massi e sabbia.
 La parte terminale immette in un ennesimo meandro scavato nella roccia.


sabato 26 ottobre 2013

FORRA

Dopo la cascata al bivio, decisamente il torrente si getta in gole profonde.
 Un' altro salto tra pareti vicinissime, distanziate appunto dal solco apertosi dalle acque.
 E' questo il luogo dove i versanti dei monti della valle sono più vicini.
 Dalle angolazioni visive sul sentiero questo posto si riesce a vederlo a malapena; soltanto scendendo di poco lungo l'erto pendio (pericoloso) si riesce a visionare alcuni tratti.
 La bancata di dolomia che scende dal Comedon è pressocchè verticale, quella dello Sviert è accidentata e quasi completamente coperta da vegetazione.
 Il fondo dell'alveo compie un arco per poi proseguire, sempre in forra, lievemente più aperta, fra rocce frammiste a tratti in declivio.
 Si forma un meandro ad esse.
 Ambiente rupestre e severo.

venerdì 25 ottobre 2013

LINEA DI TAGLIO

Immagini della linea d'incisione lungo il Caorame. Forse anche linea di faglia.

CLAUDIA AUGUSTA ALTINATE

Secondo lo studioso bellunese Alpago Novello un tratto della via Claudia si addentrava dentro la Valle di Canzoi per superare il torrente Caorame. Questa via che serviva alle legioni romane per le veloci puntate verso il nord, partiva da Altino ed arrivava in territorio tedesco ad Ausburg. Altri storici sono perplessi su questa ipotesi il De Bon ad esempio ritiene che passasse lungo l'asta del Piave verso il Cadore, il Bosio opta per una via più rapida che passasse per Valdobbiadene e Feltre. Probabile che il percorso in valle fosse già attivo prima dell'avvento del popolo di roma e che sia reso più agevole con loro. Rimane come testimonianza un pezzo di strada su roccia dove oggi sorge la chiesetta di Sant'Eurosia. Qui si possono scorgere dei segni di passaggio di carri sulla roccia. IL percorso passando per Cullogne entrava in valle e scendeva su sx orografica fino alla chiesetta. Proseguiva poi fino all'odierno Ponte Umin. Qui oltrepassava il torrente e risaliva la sponda opposta a mezzacosta del Monte Grave puntando verso l' odierno abitato di Montagne passando per la località detta delle Scalette, dove sono stati fatti dei lavori di sbancamento sulle bancate rocciose per passare.

giovedì 24 ottobre 2013

CASCATA AL BIVIO

Si ripete la stessa situazione rilevata più in alto, vale a dire tratto in piano, svolta decisa su meandro e balzo verso valle.
 Le bastionate incombenti pressoché diritte sbarrano la via al tratto pianeggiante del corso e lo obbligano a svoltare.
 Nelle rocce calcaree le acque erodono disegnando uno stretto meandro breve.
Poi il torrente s'invola in un salto di circa 15 metri, atterrando su uno slargo completamente inghiaiato. Nella odierna visita (fine settembre 2013) non v'è presenza d'acqua dato il periodo siccitoso e quindi lascia spazio ad una situazione abbastanza insolita. Di solito dal sentiero è normale vedere una cascata di notevoli dimensioni con alla base una marmitta dai colori che spaziano tra i toni del verde e del blu.
 Anche qui le rocce sono ben levigate.
 Intorno pareti precipiti determinano la gola.
 D'ora in poi fino alla base della valle sarà un susseguirsi di salti, cascate , forre meandri marmitte, senza più tratti pianeggianti. Segue l'andamento del pendio, sempre esposto.

lunedì 21 ottobre 2013

LINEA D'INCISIONE

Uscito dalla forra un salto fra strette pareti con un caratteristico sasso incastrato.
 Sotto un catino completamente inghiaiato con la poca acqua che va a scomparire in esso, (la poca quantità è dovuta al periodo siccitoso). Ma è tipico in ambienti carsici che i liquidi, se sono scarsi finiscano per scomparire e finire nel substrato.
 Da qui il corso svolta fra la presenza di massi  e prosegue per un bel tratto in piano.
A differenza del pianoro superiore (sotto Casera Cimonega), assai ghiaioso, qui è tutto su roccia, ed il lavorio di scorrimento delle acque la  incide da svilupparne un piccolo canyon. Lungo l'asse è visiva una linea d'incisione. Probabile linea di faglia
 Sono visibili anche piccoli catini d'evorsione.
 L'acqua ferma in esse si tinge di colori rossastri.
Di qui passa il tratto iniziale del sentiero del Troi de le Vache che passa in esso per poi salire lungo i declivi erbosi soprastanti. La vegetazione è ancora rada e qui vi è una cospicua presenza di maggiociondoli che in tarda primavera colorano il luogo di giallo.
Il sito si trova profondamente incanalato tra i pendii strapiombanti del Monte Sviert e del Comedon, qui notevolmente precipiti.
Qualche colatoio scende dai declivi, ma con scarso apporto d'acqua

GRUPPO DEL CIMONEGA

Panoramica sul gruppo del Cimonega.
Col dei Bechi (Monte Sviert), Spallone orientale del Sass de Mura, Parete Piatta, Sass de Mura (versante E), Forcella Cimonega con Pian del Re, Col del Mus, Piz de Mez, Piz di Sagron, Bancata del Pian della Regina, Sasso Largo.

sabato 19 ottobre 2013

REGOLA DI SORANZEN

Il Caorame e la Valle di Canzoi appartenevano alla Regola di Soranzen, il cui paese si trova all'imbocco della valle.
 I confini seguivano le creste dei monti, anche se alcuni possedimenti entravano nel territorio del Tirolo, dove vi erano pascoli ricchi, generando dispute che si protrassero a lungo nel tempo.
 Le dilatazioni territoriali erano in Neva e fino all'alta valle del Mis.
I ceti dominanti di Feltre si spartivano fra famiglie nobili ed istituti ecclesiastici i territori più produttivi. Rimanevano a disposizione della comunità , sulle rive e coste dei monti, dove era più disagevole il territorio da lavorare.
 Ma lo sfruttamento di queste aree con il disboscamento ed il dissodamento del terreno hanno favorito il graduale popolamento della valle.
Sorsero così piccoli nuclei insediativi o isolati, permanenti o temporanei.

VALLE DI SCARPATA

Come detto, quella del Caorame è una valle di scarpata, dove le acque drenano e so
lcano col loro passaggio i pendii. Sono generalmente incisioni a testata ripida con breve sviluppo, i cui tratti morfologici sono rupestri, con spiccata forma torrentizia.
 Sono geologicamente "giovani".
 Nella foto che va a rappresentare il tratto di forra ne da un esempio.
Il continuo passaggio d'acqua fa perdere la stabilità agli strati di roccia che finiscono per collassare lasciando, col passare del tempo una profonda incisione, che diventa solco per il corso del torrente.
Il deflusso delle acque poi, porta con se i massi staccatisi.

giovedì 17 ottobre 2013

MEANDRO

D'ora in poi il Caorame diventa artista. Si esibisce nel comporre sculture al pari di un Michelangelo.
 Lavora incessantemente nel tempo per formarsi tutta una serie di canyon, marmitte, scivoli, trovando colori per l'acqua che sa di sublime.
Dopo il piano devia deciso e va a scolpire la roccia in un stretto e intorcigliato meandro.
Le pareti calcaree subiscono un continuo sciacquio, tale da levigare e pulire la roccia da renderla liscia. Piccoli salti si susseguono a marmitte d'evorsione, piccoli catini emisferici formatisi da moti vorticosi dell'acque dai detriti trasportati che incidono la pietra e naturalmente dalla conseguente corrosione carsica soprattutto sui piani suborizzontali.
A seconda della profondità il colore diventa più intenso nelle tonalità del verde.
Si possono osservare soltanto i primi tratti di questo sito, poi la profondità e la ripidità delle bancate non consentono di avvicinarsi.
 Soltanto facendo attività di canyoning si potrebbe osservare la sottostante forra.
Non avendo un'osservazione diretta si presuppone che il torrente si incanali in una stretta forra e perda di quota di parecchi metri
 Corre stretto tra le pareti precipiti del monte Sviert ed i pendii ripidissimi in successione di rocce e declivi erbosi del Comedon.
 Inizia da qui anche la valle di "scarpata", tipica del versante meridionale dei monti del bacino bellunese.
 La vegetazione è ancora prevalente a prateria

mercoledì 16 ottobre 2013

SOLCHI CARSICI

Alla fine del tratto in piano il torrente gira di nuovo verso SE scavandosi un meandro tra le rocce.
Proseguendo diritto c'è un altro terrazzamento leggermente inclinato sotto le precipiti pareti del Monte Sviert (dx orografica). E' una zona ora fittamente vegetativa e che si sporge su dirupati strapiombi incisi dal sottostante corso. Probabilmente di qua passava il Caorame in tempi antichi, ritenendo che fosse più naturale scorrere in linea diritta. Poi col tempo scavando, si è aperto una nuova via. Il piano del torrente attivo è poco più in basso di quello che stiamo descrivendo. In questo luogo, dove tra l'altro passa il vecchio sentiero, ora dismesso in quanto pericoloso e sostituito dal vecchio Troi de le Vache, c'è una caratteristica formazione a solchi carsici dovuta alla lenta e paziente azione solvente dell'acqua. Un processo di dissoluzione chimica delle rocce carbonatiche, che si rivelano in varie forme. Nella fattispecie assume sembianze di lamiera ondulata. Data ormai l'inattività lavorativa delle acque le rocce vengono lentamente aggredite dalla vegetazione.

martedì 15 ottobre 2013

RAMI DEL COMEDON

Pressochè tutti i ruscelli che scendono dall'anfiteatro di Cimonega vanno a confluire nella piana prima della Casera e della confluenza tra il ramo di Pian del Re e quello principale che scende dall'opposto Pian della Regina.
 Quelli che provengono dall'ultima elevazione orientale, del Comedon, invece vanno ad immettersi oltre essa, nel tratto in piano descritto nel post precedente.
 I rami sono tre. Il primo scende dal Cadin del Comedon, gli altri due invece hanno inizio, almeno visibile, da sotto le pareti rocciose, dove si sostituiscono a pendii erbosi. I primi due sono tipici segni bianchi ricchi di trasporto di sassi. Il terzo invece va ad insistere su placche rocciose e ne diventa scivolo, incidendo poco.
 La presenza d'acqua non è molto attiva, salvo in periodo di favorevoli condizioni atmosferiche.
 Nella foto è descritto la parte terminale del terzo ramo.

TRATTO IN PIANO

Il corso ora svolta di colpo pressochè ad angolo retto. Cambia in concomitanza con il congiungimento di uno dei rami che scendono dai pendii del Comedon e ne trova ostacolo nelle stesse bancate rocciose.
Il letto diventa più largo ed è definito dall'incanalamento fra le scarpate laterali.
Oltre ad una forte presenza di sassi trasportati dal ruscellamento, vi è anche da una cospicua presenza di sabbie, le quali verso metà tratto, si depositano in un alto deposito. La disposizione dei sedimenti delle rocce del terrazzamento di Casera Cimonega (dx orografica) sono su piano orizzontale, mentre quelle che insistono nel versante del Comedon invece sono inclinate. Va ad insistere su una faglia.
La vegetazione maggiore presenta blande presenze di abete rosse, oltre a qualche larice e mughete.
Questa parte di corso è pianeggiante.

domenica 13 ottobre 2013

STRATIGRAFIA

L'acqua lasciato un "riposante" tratto pianeggiante s'inventa un percorso suggestivo.
 Il suo lavorio mette in risalto i vari strati dei depositi sedimentari.
 Formando una scalinata, che via via si ingrandisce. Alternando scalinature a salti e piccole pozze.
 Le particolarità cromatiche ne esaltano la composizione.
 Il tratto, come il precedente è breve.
 Il corso si fa ulteriormente definito. Il colore dell'acqua in questo punto è davvero visibilmente "emozionente".
 Evidente è la successione stratigrafica.
 La direzione va verso SE.

SOTTO CASERA CIMONEGA

Dopo la confluenza tra i due rami, il corso comincia a proporsi lentamente in una sua fisionomia ben precisa. Comincia a scavarsi una via definita a lato del terrazzamento di Casera Cimonega, dove si incanala fra il pendio del colle stesso ed i declivi che scendono dal Comedon.
 Lo scorrere dell'acqua mette qui in rilievo anche le deformazioni tettoniche della roccia, con pieghe scomposte.
 Le rocce asciutte risaltano bianchissime, la parte bagnata si colora di tinte ocra, l'acqua trasparente assume sfumature azzurre e verdi.
Il fondo, dove il corso si distende, si presenta con depositi sabbiosi, dato dalla dissoluzione delle rocce.
Le ripe sono vissute da una fitta bassa vegetazione tipica d'alta montagna.